Missione Popolare Libera

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Heb.13.8

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L’11 settembre 2004 il governo degli Stati Uniti con tutti i governi occidentali hanno commemorato gli attentati dell’11 settembre 2001:

Volo United Airlines UA 175 si abbatté contro la torre sud,
Volo American Airlines AA 11 si abbatté contro la torre nord del World Trade Center;
Volo American Airlines AA 77 colpì il Pentagono,
Volo United Airlines UA 93 precipitò a Shanksville, Pennsylvania.

Tra le vittime c’erano persone provenienti da 60 nazioni. Secondo il parere di alcune personalità autorevoli, la caduta delle torri del World Trade Center ha introdotto una “svolta epocale”. L’allora presidente della Repubblica federale tedesca Johannes Rau aveva esternato il 14 settembre 2001 il suo sbalordimento su quanto avvenuto e la sua compassione con le seguenti parole:

«Anche noi tedeschi siamo con i nostri pensieri e i nostri sentimenti in America. Noi tutti abbiamo ancora davanti agli occhi le terribili immagini. Non ci abbandonano. Insieme siamo diventati testimoni di atti di violenza omicida come il mondo non ha ancora mai vissuto, tranne durante una guerra.

Pensiamo alle madri e ai padri che hanno perso i loro figli.
Pensiamo ai bambini che non rivedranno più i loro genitori.
Pensiamo a tutti coloro che hanno perso amici e colleghi di lavoro.
Pensiamo al dolore smisurato che odio e terrore hanno portato su molte migliaia di famiglie…».

In quella giornata commemorativa il governo a Washington e particolarmente i mass media statunitensi posero l’accento sul fatto che gli Stati Uniti d’America, tramite la religione, sono profondamente uniti con Dio: «One Nation Under God» — «Una nazione sotto Dio». Venne ricordato più volte che i padri fondatori sfuggirono alla persecuzione religiosa in Europa, l’impronta del Protestantesimo fondamentale, che garantisce a tutti la libertà di culto e di coscienza, venne messo in risalto. È certamente degno di approvazione, però non basta affatto.

In realtà, la comunione con Dio tramite una religione non esiste; le religioni invece legano gli uomini ad un sistema e, nel contempo, li separano da Dio. Se il Presidente degli USA fosse in comunione con Dio e fosse un uomo nato di nuovo, allora sarebbe anche un artefice di pace. Così però, invece di amare i nemici e di radunare dei carboni accesi sul loro capo (Rom. 12:20), ha rimandato l’inimicizia al mondo musulmano annullando così il messaggio della riconciliazione e del perdono, della pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo. Vendetta e terrore non rappresentano una soluzione — un cristiano nato di nuovo prega: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:24). Sarebbe anche meglio se il presidente di un Paese dove più del 50% della popolazione afferma di essere dei cristiani nati di nuovo non solo dicesse: «God bless Amerika!» — «Dio benedica l’America!», ma si ricordasse della promessa di Dio fatta ad Abrahamo: “… e tutte le nazioni della terra saranno benedette in te” (Gen. 12:3; Gal. 3:8). Così avvenne sicuramente in Gesù Cristo, il nostro Signore (Gal. 3:14).

Il 7 ottobre 2001 il presidente George W. Bush — in contrasto con l’articolo 1 del Patto Atlantico del 4 aprile 1949 — fece l’annuncio dell’attacco militare contro l’Afghanistan, per mezzo del quale il regime dei talebani doveva essere eliminato. Poi seguì, come è risaputo da tutti, l’attacco del 20 marzo 2003 contro l’Iraq, di cui non si vede ancora la fine. Gli ispettori Mohammed Elbaradei e Hans Blix furono richiamati dall’Iraq ancora prima della conclusione del loro compito, affinché l’azione militare potesse essere iniziata. Baghdad e altre città furono distrutte, la popolazione civile ne subì le sofferenze come in una guerra in piena regola. Secondo un articolo apparso sull’Herald Tribune del 29 ottobre 2004 ci sono già stati 100.000 morti tra i civili, soprattutto madri e bambini. Anche più di 1000 soldati statunitensi hanno perso la vita. Che tragedia! Presumibilmente si trattava di Saddam Hussein il quale, come si presumeva, poteva cooperare con Bin Laden e poteva attivare in 45 minuti le sue armi di sterminio di massa. Per il tradimento e l’estradizione di Saddam Hussein, il governo degli USA pagò 25 milioni di dollari.

A chi giova la dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti: «Dopo la caduta di Saddam Hussein abbiamo un mondo migliore!», se è evidente proprio il contrario? Quanto è attendibile il primo ministro britannico che, in una simile affermazione, ha la presunzione di dire che, dopo Saddam Hussein, il mondo è diventato più sicuro, se quotidianamente sentiamo parlare di bombe, di attentati da parte di attentatori suicida e di molti morti? Per la maggior parte degli Europei e una grande parte degli Americani è incomprensibile che il terrore venga combattuto con il terrore. Però la comunità dei popoli viene solo ingannata dalla politica e dalla religione. Se il denaro, invece di essere impiegato per la guerra — che in realtà non è guerra, perché non è stata dichiarata e non ci sono eserciti nemici che si combattono — venisse usato per i poveri, questo sarebbe sicuramente un metodo migliore per combattere il terrorismo.

Però, siccome siamo arrivati nel tempo della fine predetto, tutto deve essere preparato, affinché i giudizi apocalittici possano incominciare. I quattro angeli del giudizio sono legati sul fiume Eufrate fino all’ora e al giorno (Apoc. 9:13-21). L’Eufrate viene menzionato nella Bibbia già in Genesi 2:14 e, precisamente, in relazione con il Paradiso; il fiume costituiva il confine tra l’Est e l’Ovest. Secondo la profezia biblica, l’Eufrate si prosciugherà affinché sia preparata la via ai re che vengono dall’Est, dal Levante, per invadere la Terra Santa, cioè Israele (Apoc. 16:12). Soprattutto i popoli a Nord di Israele parteciperanno all’ultima grande battaglia prima dell’instaurazione del Regno di Cristo, così sta scritto in Ezechiele, capitolo 38 — un esercito così grande che non c’è mai stato fin dall’Eternità (Gioele 2:2). Però, affinché Harmaghedon venga completamente preparato, il governo degli Stati Uniti fa sì che pure gli altri Paesi che sono contro Israele vengano mobilitati. Allora il mondo andrà in fiamme e il terzo dell’umanità sarà uccisa. La nostra preghiera sia particolarmente per Israele che ancora una volta verrà a trovarsi in una grande distretta perché, alla fine, tutte le nazioni si volteranno contro il popolo di Dio (Zac. 12:3). Gli sviluppi nel tempo della fine prendono il loro corso; nessuno impedirà che tutto avvenga come è stato predetto nella profezia del tempo della fine. Il presidente Bush ha bisogno del secondo mandato affinché, come lui stesso crede, possa completare la sua «opera nella volontà predestinata di Dio».

Yasser Arafat, che non era un palestinese, nacque il 4 agosto 1929 al Cairo, si chiamava Rahman Abdal Raouf ed era il promotore e il padre del terrorismo in Medio Oriente. Già da giovane partecipava ad azioni contro le forze del mandato britannico. Nel 1959 fondò l’organizzazione combattente Al Fatah. Dieci anni dopo diventò presidente dell’OLP. Dopo la sua permanenza in Tunisia, si trasferì in Cisjordania. Nell’anno 2000 negoziò a Camp David con Ehud Barak e Bill Clinton la creazione di uno Stato palestinese. Quale capo del terrorismo contro lo Stato benedetto di Israele, in cui tutti i Palestinesi avevano lavoro e pane, protezione sociale e diritto di residenza, ha sostenuto, apertamente o in segreto, tutte le organizzazioni terroristiche islamiche. Yasser Arafat ricevette perfino il Nobel per la pace, incassò ogni mese dieci milioni di euro dell’Unione Europea di Bruxelles e ha investito il suo colossale patrimonio in Svizzera e in Francia. Alla fine fu portato a Parigi per curarsi poiché affetto da una grave malattia dove morì alla fine del 2004.

Chi è informato sa che, prima dell’Intifada, gli abitanti di Gaza e Gerico vivevano meglio del resto di tutti i popoli arabi: non c’era disoccupazione, il turismo era fiorente, tutti i gruppi di turisti e pellegrini visitando Betlemme e Gerico portavano benessere. Poi però vennero la spartizione e l’autonomia e, con esse, il terrore. L’odio vero e proprio della religione di Maometto si indirizza infatti contro gli Ebrei e, precisamente, perché Dio, attraverso Abrahamo, Isacco e Giacobbe, ha scelto il popolo delle dodici tribù (Israele). Già nel 627 dopo Cristo, il profeta dell’Islam fece trucidare tutta la popolazione della colonia giudaica di Yathrib — sette, ottocento persone — perché non lo accettava come profeta. Fino ad oggi questo odio mortale è rimasto attaccato ai suoi seguaci. Sono martiri i veri credenti se debbono lasciare la propria vita per la loro fede; nell’Islam sono martiri coloro che sacrificano la loro propria vita trascinando nella morte la vita di altri. Riferendosi agli attacchi negli Stati Uniti, Bin Laden disse: «Voi amate la vita, noi amiamo la morte». Gli USA vengono definiti dal mondo islamico il “grande Satana” adesso più che mai, anche perché stanno ancora sempre dalla parte di Israele. Bin Laden ammise apertamente che il motivo dell’attacco contro il World Trade Center era le relazioni privilegiate tra gli USA e Israele. L’11 settembre 2004 Bin Laden rese noto con orgoglio: «Le bombe che costruiamo portano il nome “Hiroshima” e tutte sono dirette verso gli USA e trasformeranno gli Stati Uniti in una Hiroshima». Già nel 1933 il fratello Branham ha realmente visto in anticipo in sette visioni gli avvenimenti principali del tempo della fine. Nella settima visione vide la distruzione degli Stati Uniti.

Nella sesta visione, il fratello Branham vide una donna negli Stati Uniti vestita con eleganza seduta su una specie di trono reale. A piè pagina scrisse: «Forse la chiesa Cattolica!». Fin dal tempo di John F. Kennedy, per i Presidenti statunitensi, durante la loro carriera politica, avere buoni contatti con il Vaticano era di grande importanza. Le visite papali di George W. Bush finirono in prima pagina. Però dobbiamo considerare gli sviluppi dal punto di vista biblico. Gli USA originariamente protestanti che, dopo la Seconda guerra mondiale e la caduta del Comunismo mondiale nel 1989, rimangono l’unica potenza mondiale, vengono definiti in Apocalisse 13:11-18 la seconda bestia. Dapprima questa potenza parla come un agnello, concede libertà di parola, libertà di culto, ecc., però, alla fine, il suo parlare è come quello del dragone e porta tutto il mondo a riconoscere la prima bestia, cioè l’antico Impero Romano, che adesso risorge come Unione Europea.

Siamo arrivati ad un punto di demarcazione nello sviluppo del tempo della fine. Il 25 marzo 1957 i tre statisti Adenauer, Schuman e De Gasperi, rappresentanti rispettivamente della Germania, della Francia e dell’Italia, firmarono i «Trattati di Roma». Nello stesso luogo, proprio ai piedi della statua di papa Innocenzo X, il 29 ottobre 2004, i rappresentanti dei 25 Paesi dell’Unione Europea hanno firmato la Costituzione Europea. Anche i rappresentanti dei tre prossimi candidati di adesione Bulgaria, Romania e Turchia hanno allo stesso modo dichiarato il loro consenso. La piattaforma per l’ultimo ordine mondiale e governo mondiale, per l’ultima comunità mondiale è pronta. Chi desidera può leggere Daniele 2:40, 7:23 e anche Daniele 8:25 e poi continuare con Apocalisse 13:1-10 e Apocalisse, capitolo 17. L’ultima potenza mondiale viene paragonata a una bestia che sale dal mare dei popoli — e bisogna prendere in considerazione che tra tutti questi Stati ci sono sette teste che comanderanno e dieci corna che spingeranno. Gli altri costituiscono il resto del corpo.

Senza continuare a occuparci degli avvenimenti attuali, deve essere chiaramente detto che siamo più vicini alla fine di quanto molti vogliono ammettere. Le profezie bibliche si adempiono a tutti i livelli in modo palese che non può passare inosservato! Possiamo solo gridare l’uno all’altro: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra redenzione è vicina” (Luca 21:28).

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